Nel monastero (estratto)

 

Tobias aveva usato un tono aulico e severo.

“Mi spaventate” disse piano Johann.

“Beh, questo credo fosse l’intento di messer Dante Alighieri nel darci la sua personale versione. Per rendere spaventoso Satana non ha risparmiato sui termini truci. Devo ricordarmi di chiedere al priore Tommaso se ci sia traccia del passaggio di questo poeta fiorentino all’Ospizio. Comunque, a me personalmente di quelli come Lucifero spaventano di più altre cose: l’arroganza che alberga nello spirito, la verità che non viene mai presa da dubbi, la fede vissuta senza sorriso ma… non è per discutere di questo che vi ho fatto venire. Seguitemi.”

Tobias infilò la navata sinistra e si fermò davanti alla seconda colonna. Era una colonna grigia, banale non fosse stato per il diametro notevolmente tale che un uomo, da solo, non sarebbe riuscito a cingerla. Era perfettamente liscia ad eccezione di due costoloni che emergevano ad altezza d’uomo per poi rientrare e sparire in alto. Il quadro che stava all’interno dei costoloni rese le cose semplici a Johann.

“Ecco la targa d’oro che mi dicevate, Columna miraculose erecta. E quello strano animale inciso sopra che cos’è? A me sembra uno dei gamberi che popolano certi fiumi. Non saremo venuti per vedere questo blocco grigio? Al confronto dei portali mi pare squallida arte di scimmie.”

Frate Tobias piegò la schiena e appoggiò a terra la sua lanterna. Guardò Johann compiaciuto.

“Proprio così, caro Johann, questa colonna è il mio scopo. Voi ora vi convincerete che spesso, oltre l’apparenza, ci può essere qualcosa di buono e sorprendente.”

 (da "il legno storto")

 

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