La combricola

La storia incontra il futuro a Fiavè

 

La Combricola dal Gat porta in scena il suo Hofer

 

C’è grande curiosità la sera di  venerdì 14 agosto. La Combricola dal Gat, giovane compagnia teatrale della val Rendena, si appresta a debuttare con la prima di Nell’anno nove. Andreas Hofer e il volo dell’aquila, straordinario e coraggioso appuntamento culturale dell’estate 2009. Una scenografia molto particolare, disseminata su un palcoscenico  ampio e accattivante è quanto si presenta agli spettatori, accompagnati sul posto dall’orchestra Bohmisce Judicarien: in tutto circa cinquecento persone richiamate dall’attesa creatasi attorno a questo evento, presentato come opera originale e unica all’interno delle numerose iniziative organizzate nell’ambito della rassegna “la storia incontra il futuro”, promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia Autonoma di Trento, dall’APT Terme di Comano e dal Comune di Fiavè in occasione dei duecento anni della rivolta delle valli del Tirolo contro il dominio franco-bavarese.

L’intento della Combricola è quello di presentare una realtà storica semplice, obiettiva e condivisa, di raccontare con passione un episodio del passato ancora oggi poco conosciuto e spesso utilizzato per polemiche strumentali.

Quando le luci si accendono prende così avvio una storia magica, coinvolgente ed emozionante. Il dramma, perché di una vicenda terribile ed affascinante si tratta, viene fatto vivere dalle parole e dai ricordi di Nicolò Collini, un capitano giudicariese che fu tra i primi a partire una volta scoppiata la rivolta contro Napoleone e i suoi alleati bavaresi a causa delle affrettate riforme calate dall’alto a infrangere millenarie tradizioni radicate e condivise dalle popolazioni delle montagne. I personaggi si susseguono testimoniando la loro storia intrisa di orgoglio e di umanità. Il paese si anima dei suoi abitanti, il parroco e il capocomune organizzano la partenza dei volontari per la battaglia, le donne salutano con trepidazione i giovani che lasciano in armi il paese, convinti e forse illusi di partecipare all’evento che cambierà la loro storia. La rivolta ha inizialmente un grande successo, grazie soprattutto all’abilità di un oste della val Passiria, Andreas Hofer, che passò alcuni anni della sua giovinezza come garzone al passo del Ballino. La sua fama prende corpo e i rivoltosi lo acclamano Comandante Supremo. Le vittorie si susseguono e il General Barbone, come viene chiamato Hofer dai suoi, riesce addirittura a riconquistare Innsbruck. Ma è un fuoco di paglia. Napoleone conclude una pace separata con l’imperatore d’Austria, invia un’armata poderosa e annienta le truppe del popolo della montagna. I francesi tornano padroni delle tre regioni del Tirolo. L’aquila,  il simbolo comune che compare sulle tre bandiere, ripiega le ali dopo un volo coraggioso e ardito che ha sfidato il destino e ogni ragionevole speranza. Tutti fuggono, Hofer viene tradito da un amico, condotto a Mantova e fucilato. Solo Collini continua, da solo, la sua guerra contro i francesi che lo porterà, a prezzo di un sacrificio troppo grande, a ricevere dopo anni una pensione di guerra per meriti patriottici. Di grande intensità sono le missive scambiate tra Hofer e la moglie appena prima dell’esecuzione. Qualche lacrima compare tra gli spettatori durante l’ultima lettera, letta dalla giovane figlia e, quando si avvia il successivo filmato, con un’aquila maestosa in volo che esce dal bosco e si alza fino a sparire nell’azzurro del cielo, un applauso scrosciante e sincero premia gli attori,  la regista Donatella Sartori e l’autore Enrico Gasperi.

 

 

 

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