Il povero Michiel (estratto)

 

Lena aveva dormito un sonno magnifico, su un vero guanciale di piuma, in un letto con un baldacchino spettacolare, avvolta in lenzuola pulite e profumate. Aveva fatto anche dei sogni audaci, per colpa dei quali si era risvegliata con un leggero formicolio di piacere, un batticuore e la sensazione di aver visto molto rosso. Ne rise, e si abbandonò qualche istante a osservare i mobili, le pareti e il soffitto della splendida stanza, completamente ricoperta di dipinti, arazzi e stucchi dorati.

Allargò le braccia e richiuse gli occhi. Respirò a fondo.

Riaprì gli occhi.

Non era un sogno.

Si sentiva bene.

Vicino al letto c’erano una brocca e un catino. L’acqua era tiepida, segno che non era stata lasciata da molto. Domenico doveva avere il passo simile a uno dei gatti di Matteo, perché non si era accorta di nulla. Oppure il sonno era stato talmente pesante e i sogni talmente belli…

(da Il legno storto)

 

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