L'Ospizio della Madonna di Campiglio (estratti)

 

Un monaco vecchio, magro e canuto aprì senza sforzo la porta, enorme, che scorreva su due cardini straordinariamente ben lubrificati. Teneva in una mano un piccolo lume a olio.

“Sono padre Tommaso, il priore. Siate i benvenuti. Entrate pure, vi stavo aspettando. Padre Rivabene si occuperà dei vostri uomini e dei cavalli. Voi dormirete nell’ala riservata ai monaci.”

Un altro frate, se possibile ancora più anziano, era comparso alle loro spalle e ora stava facendo segno ai soldati di seguirlo. Tobias e Johann diedero congedo agli armigeri, lasciarono le cavalcature e presero per il corridoio dietro padre Tommaso, che intanto si era avviato a passo veloce. Il priore reggeva il monastero dal 1490 e portava sulla tonaca i segni dell’ordine di San Girolamo. Questo, almeno, fu quanto Tobias sussurrò in quel momento all’orecchio di Johann.

(da Il legno storto)

 

 

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brano: l'ospizio della madonna di campiglio